Il bianco nell’arcobaleno
Tra il treno in partenza e quello successivo scelgo sempre il secondo.
Il treno vuoto.
Salgo la gradinata che sovrasta i binari. Il mio treno e`al binario 4.
Mentre percorro il corridoio dal pavimento bianco plastificato il mio sguardo si posa sul segnale verticale di plastica giallo posizionato al centro che avverte di fare attenzione in quanto il pavimento potrebbe essere scivoloso. Il genio davanti a me urta il segnale e lo fa cadere a terra.
Mi blocco e aspetto che si volti per riposizionare il segnale al suo posto ma lui, distratto dalle sue cuffie, continua per la sua strada. Gli urlo dietro: “Ma rimettilo a posto!”. Inutile, neanche mi sente.
Noncurante continua a camminare per poi scendere la prima gradinata sulla sinistra che porta al binario numero 2.
Mi abbasso, rialzo il triangolo giallo e lo rimetto dov’era. Una signora si volta e mi guarda, la guardo anche io e dico: “Ma l’educazione dove sta?”. Non capisco se la signora sia o no dalla mia parte perchè il suo sguardo non manifesta consenso ma neanche dissenso. Il suo sguardo non dice proprio nulla. E`indifferente. Non mi sforzo di capire e continuo il mio percorso, scendo la seconda gradinata sulla destra.
Binario n. 4, non c’`e nessuno e va bene così.
Barlumi di intolleranza percorrono i miei sentimenti distorti dal grigio che mi sovrasta.
Il colore della mia citta`, un colore che trasuda anche dai colori resi vivaci dal sole di primavera. Un colore che non e`una tinta, è uno status. Il colore del cemento radicato nel DNA di chi la sua cittadina la ama a prescindere.
Ma il grigio non e`sinonimo di indifferenza. L’indifferenza non ha colore , e`come il disco di Newton fatto ruotare velocemente. Tutti i colori dell’arcobaleno scompaiono e appare il bianco.
Il non colore privo di emozione: il Binario 2, affollato, treno stracarico.
Il binario 4, vuoto.
Oggi puoi anche morire in un treno affollato perche`chi ti sta vicino neanche se ne accorge.
In un mondo di valori distorti la responsabilità e` stata sostituita dall’opportunismo e “fai del bene solo se ti conviene”. La gentilezza e` un cigno nero, un evento inatteso e talmente spiazzante da mettere in discussione i codici interpretativi con cui siamo soliti leggere la realta`.
Causa/effetto, una successione che nella nostra testa spesso crea illusione.
L’illusione di vedere sempre la stessa cosa.
Ed è per questo che ai colori dell’arcobaleno io preferisco sempre il nero.
Regina Re