lunedì 20 febbraio 2023

The White Snow


 


Esercizio Di Scrittura Creativa : 

EDS – I Sette Peccati Capitali



The White Snow 

 

I sette nani si erano riuniti per il brainstorming  nello studio 7, quello accanto al set di Beetlejuice, lo spiritello porcello. Lo studio era riservato per le riunioni del cast ed era situato non troppo lontano dal set, il bosco incantato, ricreato proprio vicino a Shrek 4D. Il corriere dell’ “A1 Express - Delivery Service” era arrivato sgommando davanti all’entrata degli Studios, rischiando di prendere in pieno la grande palla d’acciaio che si erge tra gli zampilli della fontana. Il pacco recapitato era stato inviato dalla produzione. Quella mattina Walt  JR Terzo si era svegliato nella sua dimora di Beverly Hills, aveva notato due signorine non identificate nel suo letto, forse un avanzo del festino della sera prima, era uscito  sulla grande terrazza della camera da letto in slip leopardato, si era tuffato nella piscina e aveva avuto una grande idea. “Snow White non è più di moda, devo renderla più  attraente per il grande schermo! Un nuovo film d'animazione, un film destinato ad un pubblico adulto, sì, questo ci vuole. Sì”, aveva pensato. “ Dolores, chiamate il corriere, presto!”, aveva strillato alla governante.

In realtà Walt JR Terzo voleva trovare un altro tipo di mela da proporre a Biancaneve.

Pertanto aveva inviato un messaggio in busta chiusa direttamente al cast, proprio come usava  fare suo nonno, il grande Walt Disney. Sul foglio bianco era stampato a carattere 18 ed in grassetto corsivo: "I sette peccati capitali".

Questo sarebbe stato l’oggetto del brainstorming e, a ruota libera,  i sette nani avrebbero discusso e tirato fuori le idee per il nuovo film d’animazione. Biancaneve non era stata invitata e, del tutto ignara, riposava nella roulotte parcheggiata nella piazzola adiacente al Bosco Incantato. Erano le sei del pomeriggio e il prossimo show era previsto per le venti.

Il futuro di Snow White era nelle mani dei nani, anzi in quei fogli bianchi appoggiati sulla tavola rotonda che aspettavano soltanto di essere macchiati  dall’inchiostro delle nuove idee.

Quel saputello di Doc aveva aperto la busta e, riposizionandosi gli occhiali sul naso, aveva esordito leggendo ad alta voce la traccia da sviluppare: “I sette peccati capitali”.

Poi aveva aggiunto con enfasi da oratore: “Siamo o no comuni mortali? Siamo o non siamo esseri umani? Umano è limitato e si autolimita con il peccato.”

Con la mano aveva fatto un cenno a Grumpy che, con un grugnito e in tono alquanto scorbutico,  aveva continuato: “C’è poi chi si sente superiore e invece è soltanto un gran…”

Dopey, che ormai aveva imparato a parlare, con la sua vocina squillante aveva canticchiato: “Bene, i peccati di gola a tutti sono concessi, che poi vai in un centro e ci lasci pure gli interessi!”

Uno starnuto aveva preceduto Sneezy che, negli anni , era diventato allergico anche all’apertura del portafoglio: “L’avaro sarà l’ultimo uomo sulla terra, l’unico sopravvissuto che si salverà il…”

Una pacca sulla spalla aveva svegliato Sleepy che era rimasto all’apertura della sessione e,  rivolgendosi a Doc, aveva proseguito: “ Oaaghff…(Sbadiglio) Con tutto il rispetto per chi poi si adira e contro il superbo sfoga la sua accidia”.

A quel punto c’era stato il silenzio prima che Bashful, con lo sguardo basso e voce tremante, avesse il coraggio di dire la sua: “Ma c’è un altro stato che considero il peccato più elevato. Per chi non gode appieno di nulla, l’invidia se lo mangia  e se lo….”

“Ohooooohhhhh!”, avevano sussurrato in coro gli altri sei stupiti.

A questo punto mancava soltanto lui, Happy, che come al solito non vedeva l’ora di recitare la sua parte: “Non amo essere scurrile e, mantenendo un tono pacato, punto dritto al sommo peccato”.

Aveva quindi preso il foglio per gli appunti sul quale, durante il giro di idee, aveva abbozzato un piccolo pezzo proprio per l’occasione e aveva cominciato a recitare: 

“E chi non compra un vino per l’etichetta, un paio di scarpe per il tacco ed una donna per il suo culo? E’ un lusso diciamocelo, l’esagerazione concessa all’occhio, una lussazione dell’oggetto, la visione parziale di zone buie illuminate. Il resto è noia e ripetizione, un fritto misto dell’interezza, un corpo scomposto, ad ogni parte un numero. Il più alto al centro. Calamita mi tiri, quattro frecce, ferma la macchina che fai il botto. Non ti specchiare che ti puoi vedere. Non guardarti negli occhi, occhio è confronto che non reggi. E’ un lusso che non ti puoi permettere. Sentiti vivo in questo istante, quando freccia e croce sono simboli di corpi diversi. Una concentrazione di organi.

Il sole in un pozzo di gesti e movimenti. E più sei pieno di vuoto e più ti svuoti riempiendo.

Vola farfalla, vola e lasciati ammirare che la polvere si perde in un battito di ali”.

 

La farfalla e la polvere avevano finito per colpire  Walt  JR Terzo.

 

Snow White ebbe una crisi isterica non appena lesse il nuovo copione e si licenziò.

Fece causa alla Disney appellandosi al diritto di protezione e salvaguardia delle fiabe per il quale in passato si erano battuti i fratelli Grimm.

Trovò lavoro come commessa in un negozio di pelletteria sulla Hollywood Boulevard.

Fu sostituita con Betty Boop, che appena lesse l’annuncio, capì che per lei era giunto il momento di fare il grande salto. Al provino venne giudicata la più adatta al ruolo.

 

Trama: “White è una cocainomane che fugge dalla matrigna e viene accolta nella comunità - Onlus “Il Bosco Incantato” all’interno del parco nazionale americano di Yosemite. Aiutata dai sette nani White ricomincia una nuova vita nella comunità occupandosi dei lavori domestici e aiutando le persone che come lei hanno smarrito la retta via. 

La matrigna non desiste e invia un sicario nelle vesti di anima persa a bussare alla porta della comunità. Tra il sicario e White scatta subito un forte attrazione. White abbandona la comunità per seguire il suo cuore. I due lasciano la California e si trasferiscono a Miami, lontano dalle minacce familiari. Colpi di scena e di pistola caratterizzano la scena che non risparmia al pubblico eroismo ed erotismo. I sette nani continuano a cercarla sino a quando un giorno l' FBI bussa alla porta del Bosco Incantato. White è ricercata per essere a capo di un traffico internazionale di cocaina.

Nell’ ambiente è soprannominata la Regina Bianca.”

 

Il nuovo film, “The White Snow”, sbancò i botteghini.


Regina Re


venerdì 17 febbraio 2023

Short term

 





Short term


Stiamo cambiando perchè le cose cambiano. In realtà cambia la loro durata. Non durano. 

Il lavoro è a breve termine, gli obiettivi sono a breve termine (di conseguenza). 

I rapporti sono per la vita (a breve termine praticamente), gli entusiasmi sono a breve termine. 

Pure le Big Babol non durano più un cazzo!


Regina Re

sabato 11 febbraio 2023

Stay out







Stay out


Non c'è mai una via di mezzo e non c'è un mezzo che ti porti dritto sulla via giusta.

Non c'è un giusto modo ma diversi modi di giustificarsi. 

Stare al passo di se stessi è un passo falso. 

La debolezza è la forza di chi ignora che essere grandi non è per tutti. 

La consapevolezza è una variabile che ti avaria la vita. 

È inutile cercare dentro che fuori si sta meglio.


Regina Re



venerdì 10 febbraio 2023

Animaletto pallido







Esercizio Di Scrittura Creativa da un incipit di Nicola Cudemo:


Animaletto pallido


Una volta mi trovarono una macchia alle lastre del cervello, e mi aprirono il cranio. L'infermiera vomitò. Adagiato a pancia in giù sopra il solco emisferale c'era un animaletto pallido e viscido vagamente antropomorfo. La pelle a piegoline, come la cotica che è stata troppo a lungo nel grasso. Quando il chirurgo tentò di sollevarlo con un forcipe, l'animale contrasse gli arti superiori e affondò le unghiette traslucide nelle circonvoluzioni e successero due cose contemporaneamente. La seconda infermiera vomitò pure essa ed io risentii l'odore del velluto a coste bagnato dei pantaloni che mia zia mi tirò giù quella volta che rimanemmo nel capanno per l'acquazzone. 

Allora il chirurgo disse : novocaina, e iniettò una dose nell'intruso. Poi lo sollevò, e mentre lo sollevava sentii un rumore di risucchio e sotto l'animaletto c'era un pene che pulsava e veniva fuori lentamente e quando fu fuori del tutto ebbe uno spasmo e irrorò il mio cervello di una quantità assurdamente copiosa di deiezione cremosa. Il chirurgo emise una specie di verso strozzato e fece cadere il pupattolo viscido in un vassoio di acciaio dove atterrò con un tonfo e rimase a gocciolare dal pene le gocce di siero liquido e trasparente della sua ultima scopata con il mio cervello.


(Nicola Cudemo)


                         ***


La proposta me l'avevano fatta dopo una dose massiccia di TECC (Terapia Elettroconvulsivante di  Castrazione Cerebrale). L'anestesia generale sarebbe scomparsa nell'arco di un'ora. Il rumore della pioggia sul tetto del capanno si sarebbe allora mescolato a quella sensazione di umidità viscida e al ricordo olfattivo di un altro tipo di sensazione: "caldo/freddo/umido (involucro esterno/memoria)  pioggia/lacrime/sale (contenuto/ricordo effettivo)


"Sale, sta salendo di nuovo", faccio finta di niente ogni volta che il tecnico misura le unità di liquido che quella cosa sta immagazzinando. Faccio finta di essere morto, come il mio pene. Allora mi concentro su quella massa che ormai risponde benissimo ai miei comandi. Una protuberanza interna del mio male soffocato,  una creatura del mio pensiero negato.

Una caricatura di qualcosa che ha preso la forma di ciò che sono veramente.


Il trattamento faceva parte della pena, non c'erano stati errori di giudizio ma soltanto errori di valutazione. 

Sottovalutazione per la precisione. 


"Sta per farlo di nuovo", mancano di stupore ogni volta, ormai. Hanno stabilito  che ama strusciarsi contro la parte rugosa, un cappello di fibre cognitive di 2-4mm, come le coste del velluto che ricoprono i miei ricordi durante i temporali. 

Inizio e termine trattamento sono registrati 

ogni giorno insieme alla dose  di novocaina iniettata e alla durata dell'azione paralizzante. 


"Cresce ancora, continua a crescere, bisogna rimuoverlo". Il chirurgo aveva parlato chiaro, lo considerava un tumore, dalla natura ignota, una specie di cisti con unghie, denti e capelli, una parte mai nata ma in vita.

Una parte sierosa di me che si era spostata in alto, lungo percorsi convulsivi e piogge scintillanti. 


Ma il rumore della pioggia è sempre lo stesso, sotto il capanno e la corteccia. 

Le unghie lasciano scie più chiare tra le coste di velluto e un impulso parte improvvisamente.


"Le unghie continuano ad entrare tra le protuberanze e il livello aumenta, si sta gonfiando!" 

Il chirurgo osserva all'interno dello squarcio. 

Le piegoline della pelle si distendono, sembra ancora più pallido.

Un attimo ancora e sarà fuori. O dentro. 

Fa finta di essere morto, proprio come me.


Regina Re



Vous êtes ici






Vous êtes ici


Precipito, è l'attimo senza equilibrio 

I buchi sono ovunque sull'asfalto 

Non c'è più spazio 

Le stelle sono trappole di luce

Per chi insegue la notte

Non mi piace parlare

Le banalità non fanno audience 

Mi sento fuori luogo

Perché il mio è dentro

In questo inferno color oro

Senza alcun riferimento



Regina Re



La coerenza


 

La coerenza 


Di una cosa sono certa, che le parole stanno ai fatti come l’orario programmato del mio risveglio sta all’addio effettivo al cuscino. Non è che io non creda nelle parole, perché le parole sono belle ed é sempre un piacere ascoltarle. Ma bisogna lasciarle dove sono e analizzarle in un altro momento. Sono la diffidenza che non cerca di conquistare consenso insinuando nuvole di dubbi nella tua giornata di sole. Sono il silenzio che dice tutto, solo se vuoi e lo sai ascoltare.

La coerenza non é mai un’approssimazione o il risultato di un esercizio di stile. Non può derivare da un « farsi tornare i conti » (ho aggiunto di qua, ora tolgo di là). La coerenza è l’unità di misura che quelli come me adottano per trovare similitudini in un mondo di persone originali come le borse di Gucci sulla bancarella.


Regina Re

sabato 4 febbraio 2023

Sputi di riflessione




 

Sputi di riflessione


Armati di teorie al mentolo

opinionisti da testata (al muro)

è così noioso leggervi dal basso

Mi piaci tu

che non hai risposte

e resti senza le parole

perché il troppo al Paese mio

storpia

mentre avanzi a te stesso

ma i tuoi resti non bastano 

Siamo gente disonesta

con la porta sempre aperta

e mani in tasca

che quelle tese

sono troppe da afferrare


Regina Re

mercoledì 1 febbraio 2023

La legge del minimo sforzo

 





La legge del minimo sforzo 


C'è un non so che di impreciso in questo momento di consapevolezza. Più ti senti forte e più non senti niente. La sicurezza spiazza ma ti guida, secondo la legge del minimo sforzo.

Ho un'immagine fissa in testa, lettere con le ali che si innalzano come stormi di uccelli che migrano lontano. Macchie che si allargano nel cielo e poi diventano un punto e poi esplodono nelle forme più svariate di fuochi d'artificio neri in un cielo bianco latte. 

L'acqua forma a suo modo cerchi concentrici in una pozza, dove la goccia si perde e svanisce sotto forma di vapore, calore di corpi che volteggiano in alto e poi ricadono, sempre in piedi, se ancora una terra c'è.


Regina Re